Piegatura: come funziona?

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Quando parliamo di piegatura facciamo riferimento a quella tipologia di lavorazione che prevede la deformazione permanente della lamiera mediante un’azione di flessione.

Queste tecnica si basa sulla proprietà dei vari metalli di possedere al loro interno una “fibra neutra” collocata al centro dello spessore della lamiera che si deforma senza allungarsi né contrarsi. Di fondamentale importanza nella piegatura della lamiera è la scelta del metallo; tale materiale infatti deve essere sufficientemente plastico da non determinare rotture in prossimità della piega.

Altro fattore cruciale è la determinazione e correzione del ritorno elastico. La piegatura infatti comporta uno stiramento delle fibre esterne ed un ricalcamento delle fibre interne con conseguente traslazione della fibra neutra verso l’interno; da ciò derivano delle tensioni interne che si liberano in parte dopo la piegatura determinando il fenomeno del ritorno elastico.

Campi di applicazione

I campi di applicazione della piegatura sono moltissimi in quanto piegare la lamiera, a maggior ragione con l’utilizzo di una pressa piegatrice, rappresenta uno dei modi migliori e più economici per eseguire prototipi e lotti anche in piccolissime serie. Il non dover ricorrere a costosi stampi o a lunghe lavorazioni meccaniche rende la piegatura un processo estremamente affascinante, ricco e richiesto. Normalmente la piegatura della lamiera trova il suo impiego nell’ambito della carpenteria leggere come: carteraggi, mobilio metallico, elettrodomestici, arredamento da interno ed esterno, produzione di macchine di qualsiasi tipo, aeronautica e aerospaziale.

Oppure, nell’ambito della carpenteria pesante con produzione di elementi strutturali in edilizia, pali per il settore energetico, telecomunicazioni e molto altro ancora come ad esempio componenti per il settore navale, ferroviario e del trasporto su gomma.

Piegatura della lamiera: cosa tenere a mente

Gli aspetti da considerare quando si deve pianificare una lavorazione di piegatura sono molteplici e si possono riassumere brevemente in:

  • Quale macchina abbiamo a disposizione: significa prevedere le possibilità e limiti della nostra pressa piegatrice attraverso la conoscenza della corsa, della luce, della forza massima, degli ingombri, della misura dell’incavo;
  • Quali utensili, attraverso la conoscenza delle sagome presenti in azienda o dal fornitore, la loro portata e le lunghezze;
  • Incrociare preventivamente la lista di “ciò che serve” e “ciò di cui si dispone” per avere quadro chiaro immediato che metta al riparo da possibili errori e sprechi. In altre parole: imparare ad eseguire un sistematico studio di fattibilità;
  • Adottare procedure che vadano verso la qualità come, ad esempio, il legare gli sviluppi dei pezzi da piegare a specifici attrezzaggi da riportare sui disegni per guidare i piegatori a installarli correttamente ottenendo articoli conformi;
  • Adottare le necessarie misure di sicurezza di macchine e strumenti: se pur esistono dei rischi residui, le presse piegatrici moderne offrono protezioni evolute che non limitano le lavorazioni come un tempo. Anche se le macchine sono usate, nella gran parte dei casi, possono essere adeguate con kit specifici che le rendono attuali da un punto di vista normativo.