Saldatura: in che cosa consiste?

//Saldatura: in che cosa consiste?

Quando parliamo di saldatura si intende la tecnica che permette di unire due pezzi di metallo o leghe metalliche o di diverso materiale sotto l’azione del calore e della pressione. In genere si tratta di due pezzi con metallo base (quello di cui sono costituiti i pezzi da saldare) oppure di pezzi di metallo d’apporto per realizzare dei giunti saldati che colleghino più pezzi metallici tra loro dando continuità a una certa struttura.

La saldatura può quindi riguardare metalli dello stesso tipo o di diversa natura. In sostanza la saldatura provoca una fusione parziale dei pezzi da saldare in prossimità della giunzione scelta per l’operazione. Il rammollimento dei pezzi è determinato dal calore, di tipo chimico o elettrico, che viene localizzato in un dato punto.

L’oggetto da saldare viene portato a temperature prossime a quella di fusione sia per le parti da saldare, cioè per il metallo base, sia per materiali diversi dal metallo base (come il già citato metallo di apporto) in modo da formare il cordone di saldatura.

Tipi di saldatura

Esistono diversi tipi di saldatura, raggruppati in due grandi categorie: saldatura autogena ed eterogenea.

La saldatura autogena si ha quando il metallo base partecipa per fusione o sincristallizzazione alla creazione del giunto saldato e si può fare senza metallo d’apporto; la saldatura eterogena è invece ricavata solo dalla fusione del metallo d’apporto: è il caso della brasatura e della saldobrasatura.

Esiste anche la saldatura per fusione, di tipo autogeno, che si ottiene per effetto di una fusione nettamente localizzata dei bordi dei pezzi da saldare, anche senza metallo d’apporto, e che può essere a gas, elettrica ad arco, a fascio elettronico, ma anche ad alluminotermia e a laser.

Infine la saldatura per pressione è invece una saldatura autogena che si fa riscaldando i lembi dei pezzi da saldare comprimendo o battendo nel punto di contatto. Anche questo tipo si saldatura ha diversi sottotipi: a fuoco, elettrica a scintillio oppure a resistenza, per diffusione, a ultrasuoni e per esplosione.

Storia della saldatura

Nel Medioevo, ovviamente, non esistevano ancora delle tecniche precise e raffinate come oggi. La saldatura dei metalli, infatti, veniva fatta dai fabbri tramite una fusione in una fornace che consentiva poi, tramite martellate, di unire i giunti che dovevano essere saldati. Questo produceva una lega fortissima.

Naturalmente il risultato non era così preciso e comunque richiedeva diverse ore di faticosissimo lavoro.

Fu così che agli inizi del 1900 venne introdotta la cosiddetta Saldatura Ossiacetilenica ovvero la fusione del metallo per ottenere la giunzione, ma senza martellare. Successivamente, con la produzione dei primi generatori che consentivano lo scocco dell’arco elettrico che fondeva il metallo, nacque l’elettrodo.

Inizialmente si trattava di elettrodi composti esclusivamente da materiale d’apporto e senza rivestimento.

Andando avanti con gli anni nacque l’elettrodo rivestito con materiale antiossidazione e la saldatura con l’utilizzo di gas. Così, nel secondo dopoguerra, arrivano le prime saldature MIG/MAG e TIG. Arrivando al giorno d’oggi sono state inventate ancora nuove tecniche che consentono di fondere gli atomi senza il bisogno di altissime temperature.